La
dea lo prese per mano e lo condusse oltre il cerchio di fuoco, verso il bosco.
Il
palmo della sua mano era freddo ora, la lunga tunica si gonfiava come un bianco
stendardo alla corrente improvvisa.
Si
ritrovarono sulla collina battuta dal vento. Il Grianan Aileach, il maestoso
forte in pietra circolare, incombeva su di loro con la sua pietra oscura. Tutto
intorno c’era silenzio. Sopra di loro la luna, e, in lontananza, l’infrangersi
del mare contro la scogliera. La dea
varcò l’ingresso del forte e lui la seguì. Bruce sapeva cosa rappresentasse il Grianan,
ma lei glielo ricordò con un sussurro cantilenante, innaturale. «Lo spirito dei Tuatha de Danann è ancora qui.
Chiudi gli occhi. Sentilo».
Piccoli,
intensi, brividi s’insinuarono sotto la giacca di Bruce. Il canto di una
civetta si alzò da qualche parte nel bosco. Una sensazione di smarrimento lo
oppresse. Sentiva di essere già stato in quel luogo. Forse nei sogni. Con sua
madre.
(Da Il falco di maggio - La mela avvelenata publishing)
Nessun commento:
Posta un commento