venerdì 25 luglio 2014

Beltane, la notte dei sacri fuochi.

La dea lo prese per mano e lo condusse oltre il cerchio di fuoco, verso il bosco. 
Il palmo della sua mano era freddo ora, la lunga tunica si gonfiava come un bianco stendardo alla corrente improvvisa.
Si ritrovarono sulla collina battuta dal vento. Il Grianan Aileach, il maestoso forte in pietra circolare, incombeva su di loro con la sua pietra oscura. Tutto intorno c’era silenzio. Sopra di loro la luna, e, in lontananza, l’infrangersi del mare contro la scogliera.  La dea varcò l’ingresso del forte e lui la seguì.  Bruce sapeva cosa rappresentasse il Grianan, ma lei glielo ricordò con un sussurro cantilenante, innaturale.  «Lo spirito dei Tuatha de Danann è ancora qui. Chiudi gli occhi. Sentilo».

Piccoli, intensi, brividi s’insinuarono sotto la giacca di Bruce. Il canto di una civetta si alzò da qualche parte nel bosco. Una sensazione di smarrimento lo oppresse. Sentiva di essere già stato in quel luogo. Forse nei sogni. Con sua madre.
(Da Il falco di maggio - La mela avvelenata publishing)

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